La radiologia interventistica svolge un ruolo chiave nella diagnosi di sospette lesioni nodulari polmonari. Il prelievo di un quantità di tessuto adeguata è fondamentale per la tipizzazione e la caratterizzazione della lesione che si vuole studiare. Più grande è il campione, maggiore è la possibilità di ottenere materiale sufficiente per l'analisi anche dei recettori (recettore EGFR) con importanti implicazioni prognostiche e terapeutiche.
TECNICA E PASSAGGI PROCEDURALI
La tomografia computerizzata è la metodica radiologica di scelta per la guida alla biopsia polmonare, anche se in letteratura sono state descritte anche l'ecografia e la risonanza magnetica. La collaborazione del paziente è essenziale perché il polmone si muove durante gli atti respiratori (inspirazione ed espirazione). Il paziente viene posizionato sul lettino TC in posizione comoda, in quanto la procedura ha una durata variabile di circa 20-60 minuti in cui è fondamentale che la posizione venga mantenuta inalterata. Viene sempre adottato l'approccio percutaneo intercostale: dopo di che si esegue l'anestesia locale con un piccolo ago. L'ago per biopsia viene inserito attraverso lo spazio intercostale e il parenchima polmonare fino al nodulo. Il sistema di campionamento dell'ago viene attivato una volta che la punta è correttamente posizionata nel nodulo e dopo qualche istante l'ago viene estratto.
Tutta la procedura viene eseguita sotto la guida di immagini e la posizione della punta dell'ago può sempre essere controllata se necessario.
COMPLICANZE E GESTIONE
In un piccolo numero di casi, possono verificarsi complicazioni durante la procedura di biopsia polmonare; tra questi, lo pneumotorace e il sanguinamento parenchimale sono i più comuni.
- Lo pneumotorace è definito come l'ingresso di aria nella cavità pleurica con conseguente aumento della pressione intracavitaria e collasso parziale/completo del parenchima polmonare. Lo pneumotorace si verifica in quasi il 20% di tutte le procedure di biopsia polmonare, ma nella maggior parte dei casi non ha rilevanza clinica e il paziente rimane asintomatico. Un piccolo numero di pazienti (il 5% del 20% sopra riportato) sperimenta infatti un minimo disagio respiratorio durante o dopo la procedura. La causa dello pneumotorace è solitamente il piccolo foro superficiale indotto dall'ago e il rischio aumenta se si eseguono più passaggi transpleurici durante la procedura. Altri fattori di rischio sono l'enfisema, lesioni piccole e profonde, scarsa collaborazione del paziente. La gestione dello pneumotorace si ottiene con il posizionamento del tubo toracico solitamente eseguito attraverso il sito di puntura percutanea dell'ago da biopsia, evitando una nuova puntura.
- Il sanguinamento parenchimale si verifica quando l'ago passa attraverso i vasi del parenchima polmonare. Questa condizione è più frequente quando la lesione è vicina all'ilo o quando il percorso dell'ago è più lungo. In questi pazienti è prevista un'emottisi moderata come conseguenza del riempimento alveolare, ma di solito è autolimitantesi. In un numero molto scarso di casi l'emorragia persiste ed è necessaria una gestione endovascolare mediante trattamento di embolizzazione o chirurgico.
Il video mostra un caso di biopsia polmonare in cui la procedura è spiegata passo passo; inoltre viene spiegata la tecnica dell'ancora: un primo ago viene posizionato in prossimità o perifericamente all'interno della lesione, consentendo la stabilizzazione polmonare (riduzione dell'escursione respiratoria), e la biopsia viene eseguita con un secondo ago, di dimensioni maggiori, che fornisce una maggiore quantità di tessuto per l'analisi istologica.
Buona visione!
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